Quando si vede Game Of Thrones, bisogna partire sempre dal presupposto che tutto è possibile e mai come in questa stagione questa affermazione è stata più vera: morti che resuscitano, Mastini che tornano e forse non è finita.
I rapporti personali, lo sappiamo bene vanno oltre l’appartenenza di famiglia, ma esiste un momento nel quale il codice d’onore, i retaggi, le convenzioni, costringono a prendere decisioni che forse non si vorrebbero mai prendere. Brienne di Tarth e Jamie hanno un rapporto speciale e questo fa sì che possano guardarsi negli occhi non come nemici ma come amici che il destino crudele ha voluto dividere e renderli nemici.
Credo che Jamie quando parla con Brienne è sicuro di parlare con l’unica persona che non gli rinfaccerà mai (come vedremo dopo con Edmure) di essere un assassino di Re, di amare la propria sorella o altro. Lei ha diviso con lui cose che rendono il loro legame così saldo che leggiamo in entrambi la disperazione di affermare che se il piano di Brienne non andrà a buon fine, essi saranno per forza di cose nemici.
Ho trovato molto bella la scena in cui Brienne in fuga sulla barca risponde al saluto dell’amico, perché malgrado tutto, egli resterà tale, qualunque cosa accadrà, morte inclusa ciò che rende speciale il loro rapporto è che resterà per sempre e in questo mondo di tradimenti, bassezze, violenza resta una delle poche isole felici.
Per contrasto vediamo nel già accennato dialogo con Edmure Tully come Jamie Lannister sappia perfettamente essere convincente e quella luce nei suoi occhi quando parlava con Brienne sia totalmente scomparsa per lasciare spazio all’animo contorto e calcolatore dei Lannister. Di contro non possiamo nemmeno immaginare l’intimo piacere che deve aver provato Cersei nel contrastare i voleri dell’Alto Passero.
Ma anche questa volta l’Alto Passero è un passo avanti a lei e lo dimostra il proclama di Tommen che bandisce i verdetti basati sull’esito dei duelli per redimere le questioni delle persone sotto processo, togliendo di fatto a Cersei la possibilità di avere la Montagna dalla sua per evitare il processo. Cersei cova odio incondizionato per tutto ciò che gli gira intorno escluso Jamie e questo lo sappiamo, ma la cosa che proprio non sopporta è qualcuno che riesce a stargli davanti come stratega di palazzo a maggior ragione se veste di stracci e cammina a piedi nudi.
Se dai a Mastino un’ascia è meglio se gli sei amico perché solo così sarai salvo. Lui è certamente una figura che considero semplice, non nel senso che non sia interessante ma per il fatto che è diretto, non fa calcoli, non conosce strategie, sotterfugi. Fa quello che ritiene giusto per placare l’ira, per vendicarsi e non si dà pensiero del contro chi va a battersi (forse escludendo la Montagna). Gli è stata tolta la serenità di una vita lontana dalla morte, dalla violenza dalle guerre e le brutture di un regno e lui, che non sa riflettere e non ha pensieri alti non può far altro che fare le cose d’istinto, quell’istinto brutale che lo porta sulle tracce degli assassini e che si placa solo con la loro morte.
Di riflesso, dopo Mastino non si può non parlare di Arya Stark. I fatti li avete visti nell’episodio e non ve li racconto, quello che mi ha attratto della vicenda è stata la potenza che questa ragazzina emana. Pensiamoci bene. Arya ha visto la morte di Ned, ha visto Robb Stark o quel che restava di lui, ha visto il mondo crollargli addosso, ripiegato sopra le sue deboli spalle di ragazzina in perenne fuga. In mente un solo obiettivo: vendicarsi anche a costo di annullarsi come persona abbracciando il credo del Dio dai Mille Volti.
Quanta ammirazione ho provato nel vederla di fronte a Jaqen che la chiama “Questa ragazza” cioè una senza nome, serva del Dio, reagire con orgoglio e affermare con tono perentorio che “questa ragazza è Arya Stark”. Non sarà un Dio qualsiasi che le farà cambiare nome, che le toglierà l’unica cosa per la quale sta combattendo e cioè l’appartenenza alla famiglia Stark. Non sappiamo se il fine di Jaqen fosse quello fin dall’inizio, ma la smorfia di soddisfazione sembra dire di sì.
Tyrion caro, come diplomatico fai davvero schifo, specie se fai accordi con gente come gli schiavisti. Ringraziate che Daenerys è tornata con il drago perché se no erano uova di drago amare. Eppure l’idea di fondo non era sbagliata.
Calmare le acque per riorganizzarsi e prendere tempo in attesa del ritorno della regina e a pensarci bene alla fine la sua azione non è stata del tutto un fallimento. Certo ora le cose cambiano e non basteranno qualche centinaio di navi a fermare la madre dei draghi dal partire alla conquista dei sette regni.
Ciò che ci lascia l’episodio è l’attesa per la famosa battaglia di cui si parla fin dalla fine della quinta stagione, descritta come la più grandiosa e dispendiosa scena di battaglia della storia delle serie TV (forse esagerando un po’). Ma ci conferma ancora una volta che la vera guerra non sarà per derimere le questioni di famiglia, ma quella che da Nord sta arrivando con la forza inarrestabile della morte e della quale molti dei protagonisti, da Mastino a Jon Snow hanno preso piena coscienza.
Un saluto alla nostra pagina di riferimento per questa serie: Le migliori frasi de “The Game of Thrones”
Passo e chiudo.